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Banali riflessioni su
DONAZIONI di SOLIDARIETA'
-Perché? -A chi? -Cosa e Quanto donare? -Verificare?
Ciao , continuo a riflettere sulla nostra telefonata di ieri e … te ne sono grato.
Ti voglio rubare ancora un po’ di tempo … mi basta solo quello che di prassi dedichi alla lettura del giornale, mentre espleti le normali funzioni fisiologiche …
Stampa la presente e la leggerai a tempo debito; magari anche poi riciclandola in altri usi.
Mi sono perfettamente chiare quelle che sono le scelte della vostra fondazione.
Mi è altrettanto chiara la tua posizione di doverti adeguare anche alle scelte meno condivise prese dalla maggioranza.
Così mi è altrettanto chiaro che ognuno debba democraticamente esprimere, nell’interesse collettivo, la propria opinione; io compreso.
Ti scrivo per l’affetto che ti porto e per dovere nei confronti di chi rappresento.
Sappiamo bene che dalle vostre scelte scaturiranno sostegni per alcuni e sofferenze per altri; i necessariamente esclusi dagli aiuti.
I bisogni non sono tutti uguali e non conta chi li presenta ma contano loro in se stessi.
Sappiamo che di fronte a situazioni, con così forti valenze emotive, occorre tenere le giuste distanze; sia per non perdere la lucidità nella lontananza data dalla fredda burocrazia di una pratica, sia per non essere travolti dalla coinvolgente troppa vicinanza ad un certo contesto.
Eccoti allora delle banali riflessioni che mi frullano ora nella mente.
Ritengo che l’indicazioni per un giusto comportamento stiano proprio nelle risposte a queste domande. Le risposte sono tante e tutte sono giuste. Ognuno trovi le sue!
Donazioni di solidarietà:
Perché? A chi? Cosa e Quanto donare? Verificare?
Perché donare?
-per un nostro tornaconto o per quello di chi riceve?
Ossia: immagine, credibilità, prestigio, ideologia … gratificazione, sordina alla propria coscienza?
A chi donare?
-a chi ha maggior bisogno
-a chi dimostra di saper sfruttare al meglio l’opportunità che gli viene offerta
Per non alimentare la guerra tra i poveri,
occorre distinguere tra i bisogni; quelli essenziali da quelli che non lo sono.
Quindi, nel tentativo di soddisfarli, dare poi una scala di priorità per quelli essenziali ed anche all'interno di questi.
Per ciò che riguarda i bisogni oggettivi, delle popolazioni che vivono in Africa, può risultare facile generare queste scale di priorità.

Basta localizzare il richiedente, rispetto a due linee;

quelle della sopravvivenza e della povertà:
sopravvivenza = non so se domani sarò vivo
povertà = disponibilità di meno di un dollaro al giorno
E’ prioritario da rianimare chi sta soffocando e non può farsi sentire o chi urla per un taglietto a un dito?
Normalmente lo è il primo; ma nelle catastrofi lo diventa il secondo, dato che in simili contesti si devono investire le poche risorse disponibili nel tentativo di recuperare il maggiore numero di feriti. L’Africa è una costante emergenza.
Come vedi ogni risposta può essere giusta.
E’ prioritario chi è abbandonato senza le possibilità per farsi udire o chi non perde occasione per urlare, o fare urlare, il suo bisogno nelle piazze ed in TV?
Sono prioritari i bisogni del “povero” che è il più forte tra tutti avendo risorse da investire cavalcando così le tecnologie di massa per bisogni che lui, ed il suo contesto di vita, ritengono essenziali e che forse oggettivamente proprio non lo sono?
Cosa donare?
-quello di cui si dispone, per rispondere al bisogno di chi chiede.
Non solo quello che non ci serve e non solo il nostro superfluo.
Chi meglio di chi ha bisogno, conosce ciò che gli serve?
Specie se affiancato dal parere di un fratello disinteressato che lo aiuta a mantenersi libero nelle proprie scelte.
Poche gocce in un bicchiere possono farlo traboccare; le stesse nell’oceano, apparentemente, si perdono.
Quanto donare?
-ciò che si ritiene giusto, in accordo con quanto si può; quanto si vuole ed il genere di problema da risolvere.
Una unica donazione può essere sporadica se può essere risolutiva del problema in oggetto , altrimenti deve continuare nel medio termine, in specie se la risposta al particolare bisogno lo richiede, per es. per accompagnare qualcuno a raggiungere l’autosostentamento e l’autogestione.
Talvolta si uniscono le forze con quelle di altri; e ci si allontana dal gruppo, prima dei risultati finali, solo per cause di forza maggiore; non per eventuali mode del momento (vedi risposta alla prima domanda)
Verificare?
La verifica dell’esito della donazione, da parte del donatore, è fastidiosa ma doverosa;
specie nei confronti di chi non ha potuto usufruire dell’aiuto destinato ad altri dimostratisi poi immeritevoli.
La mancata verifica, pone inoltre il beneficiario nella situazione dello studente, che ha faticosamente preparato un esame, dove poi il docente lo promuove sulla fiducia, senza porgli domande.
Le mie conclusioni a questi spunti di riflessione:
- valutare se stessi e le proprie scelte di vita;
- valutare i bisogni, non quelli di chi li presenta, e darne le giuste priorità per le possibili risposte
- donare ciò che si può; dalla sola "intenzione a farlo" fino a … "tutto se stesso".
Per quest'ultima donazione occorrono i giusti attributi per poterci almeno provare. Questi sono solo un dono, che va umilmente richiesto e non sono mai un merito.
La nostra storia a Sololo è documentata nel sito web
proprio perché non si vuole “annoiare” il donatore con lettere e circolari ... può entrarci quando vuole e restarci quanto vuole ... e se non trova ciò che cerca, ce lo richieda.
Pensiamo di offrgli così la più ampia possibilità d'informativa, lasciando a lui ogni iniziativa.
Nel sito, arriviamo anche a presentare spunti dei contesti ove si verificano i nostri eventi (es costruire in cemento armato a 800 km da Nairobi, base di ogni acquisto, durante la campagna elettorale nazionale … è già di per sé una risposta al perché di qualche ritardo).
Possiamo quindi affermare e documentare:
-che a Sololo si vive passando alternativamente dalla soglia di sopravvivenza a quella di povertà;
-che il nostro risultato ultimo vorrebbe essere quello di riuscire a stabilizzare la gran parte della popolazione, almeno sulla soglia della povertà, ... dove si trova il 90% dell’intera Africa;
-che il vostro aiuto, in questi anni, non solo è stato prezioso ma anche letteralmente vitale per qualche migliaia di persone (pozzi-acqua-sanità-studio-formazione-sostegno a singole persone in emergenza- …);
-che è stata ripetutamente provata la capacità dei locali di ottenere la maggior resa possibile dalle donazioni avute;
-che non soffriamo di dipendenze parassitarie dai donatori; ma
-che dipendiamo dagli aiuti per raggiungere i risultati dichiarati, come risposte ai continui nuovi problemi emergenti.
Per esempio: 4 anni fà fornivamo tutti i farmaci necessari ai dispensari assistiti, oggi incidiamo solo per il 10% grazie al progressivo farsene carico del governo e degli operatori locali. Certamente che noi continuiamo ad avere sempre bisogno della stessa cifra per i farmaci … oggi i dispensari, che hanno iniziato ad essere operativi con i nostri interventi, sono diventati 6 … e sono sempre 10 le località toccate dalla clinica mobile. Quelle che piano piano hanno trovato la loro autonomia, vengono regolarmente sostituite da altre nuove (si pensi ai profughi ed ai fuggiaschi).
Il villaggio orfani aids è una nuova esigenza richiestaci per prevenire il fenomeno dei "ragazzi di strada".
Oggi è quasi pronto per accogliere 20 ospiti; il target per il fabbisogno sarebbe di 200.
Ci fermeremo qui a 20, o più avanti, in funzione dell'aiuto di chi vuole e può sostenerci.
Il nostro dovere non è "chiedere"; ma:
-informare;
-riconoscere la gratitudine dovuta, per le opportunità che ci sono state offerte e
-continuare a farci il c--- per sfruttarle al meglio.
Tutto questo senza giudicare le persone per ciò che fanno o non fanno e chiedendo a loro di fare altrettanto verso di noi, che viviamo secondo parametri di riferimento che appaiono molto diversi da ciò che il mondo d'oggi considera normali.
Ben sappiamo che chi può giudicare è solo il Padre Eterno e che Lui, grazie a Dio, lo fa senza usare le nostre logiche.
Nell’amicizia e nell’affetto di sempre, con sincera stima, un forte e fraterno abbraccio; anche se qui si dovessero separare la vostra strada dalla nostra che va con i Borana di Sololo.
Sempre grazie.
Pino
     
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