PRINCIPI e METODOLOGIA per un intervento di solidarietà:

(che considero fondamentali e che tento di rispettare nella mia pratica quotidiana)


La cooperazione è un patto a lungo termine basato sulla conoscenza e fiducia reciproca che ottiene il miglior risultato quando diventa non più necessaria.

La cooperazione NON è decidere ciò che è bene in modo unilaterale.

La salute è un diritto umano naturale e fondamentale.

La salute NON è un bene di consumo che può essere venduto o comprato.
Battersi per la salute, quale diritto individuale da rispettarsi a livello universale, è un dovere.

I grandi donatori: Governi e Agenzie internazionali, piuttosto che finanziare selezionando i singoli e specifici progetti, devono contribuire a finanziare un intero settore.
I Governi e le amministrazioni locali sono i titolari della pianificazione e della gestione dei vari settori, sia pure con il supporto dei donatori (co-determinazione).

"La lotta alla povertà", intesa quale "sviluppo globale di una comunità", deve considerare e rafforzare contemporaneamente tutti i settori che costituiscono la comunità in oggetto:
- umano = salute; istruzione;
- naturale = avere a disposizione e proteggere le risorse naturali: terra ed acqua;
- fisico = abitazione; igiene ambientale; infrastrutture quali: energia elettrica e comunicazioni;
- finanziario = accesso al credito; occupazione; salario; pensione;
- sociale = relazioni di aggregazioni sociali; partecipazione.

Occorre solidarietà, ossia:
- frenare la liberalizzazione e la privatizzazione, specie della sanità;
- dare priorità ai servizi preventivi e curativi di base;
- elaborare progetti di lungo termine a sostegno, duraturo e credibile, delle risorse locali.

La risposta ai bisogni di una qualsiasi popolazione deve essere:
- la più completa possibile in tutte le componenti;
- a misura dei bisogni locali della popolazione in oggetto;
- inquadrarsi nel piano di sviluppo della Nazione,
- condotta attraverso un Programma Integrato che deve possedere tutte le componenti, di struttura e di gestione (ruolo e metodo), necessarie per rispondere ai bisogni identificati;
- non trasferire strutture sofisticate e costose, certamente "inappropriate" al contesto culturale locale, col rischio di creare:
I. inconsapevoli neocolonialismi
II. gravi disomogeneità del livello di assistenza nell"ambito del Paese
III. generare nuovi bisogni nella popolazione senza la garanzia di servizi stabili ed attendibili.

Ne deriva che il punto di partenza, per disegnarne una risposta la più adeguata possibile, è:
- la identificazione e la valutazione dei bisogni della popolazione in oggetto,
- ogni componente strutturale del Programma di intervento deve avere un suo preciso ruolo da ricoprire nel rispetto di un modello progettuale e gestionale unico e pre-concordato;
- ai livelli apicali, vanno poste persone che abbiano le opportune caratteristiche personali e professionali, che accettino il ruolo identificato che gli viene affidato e lo gestiscano secondo la dinamica della condivisione della progettazione e della realizzazione complessiva.