Il Progetto Villaggio Orfani si trova ad un bivio tra due possibili strade.

-La prima strada è quella di dare ai Borana la possibilità di "dare un tetto" ai loro orfani per prevenire il fenomeno, che è alle porte, dei ragazzi di strada.

Il fenomeno è certo che si realizzerà, sia per l'incremento esponenziale delle morti correlate all'AIDS che registriamo nei nostri dispensari, che per il grado di povertà dell'area stessa. Per questo ultimo motivo anche la "famiglia africana allargata a tutto il clan" , tra breve, non riuscirà a tamponare la situazione che si sta generando, poichè non riuscirà ad assorbire il numero crescente di orfani senza parenti.

Con il dire: "dare un tetto", s’intende che l’impegno con i Borana si esaurisce con il consegnare loro il minimo delle costruzioni, degli animali, ... ossia tutto quello che loro chiedono per poter affrontare da soli il fenomeno.

Consegnato il tutto, i Borana stessi si dovranno arrangiare da soli.
In analogia a quanto già fatto quando nel 2003, alla chiusura del Progetto Mae, gli fu lasciato il minimo per supportare l'attività sanitaria sul territorio. E’ stato dato ciò che loro chiedevano; in sostanza è stata offerta loro un’ "occasione" che hanno saputo sfruttare bene, come poi i fatti degli ultimi quatro anni hanno abbondantemente dimostrato.

Questa strada è l'unica percorribile con i soli finanziamenti da privati.

Finiti i lavori di minima del villaggio, l’intervento si esaurisce. Penso che questo possa avvenire in dicembre o nei primi mesi del prossimo anno.

Oppure l'intervento proseguirà in funzione della raccolta fondi che si potrà ottenere.


-La seconda strada, che chiamiamo "Progetto Villaggio", è un'occasione che ci si offre per dare qualcosa di diverso e di più valido ai Borana e del quale loro non posseggono ancora le necessarie conoscenze.

Occasione che viene dal fatto che il MAE (ufficio VII° della cooperazione italiana) ritiene possibile un suo finanziamento SE al "dare un tetto", da realizzarsi con un Progetto in modo più esteso fino a 200 ragazzi, viene aggiunta anche tutta la componente educativa e formativa, sia per gli operatori che per i ragazzi accolti.

Ovvio che questa seconda strada deve essere condivisa da un organismo (ong) abilitato a presentare e farsi carico del Progetto.

Il CCM è un organismo deputato prevalentemente a progetti sanitari; effettivamente in questo progetto la componente sanitaria non è la prevalente.

Le costruzioni realizzate ora e prima dell’inizio di un eventuale Progetto promosso da Qualcuno, possono essere considerate quota messa a disposizione dalla controparte locale che le riceve in dono dai privati che le stanno finanziando.


... ECCO poi COME è ANDATA ...