|   Contesto 
        e modalità dell’intervista   
      Non è stata fatta una 
        vera e propria intervista in quanto l’incontro non è stato 
        organizzato. La visita alla sede del Corolle Women Group è avvenuta 
        in occasione della proiezione nella loro sala riunioni, di un documentario 
        fatto dalla SIDA per la divulgazione sulla conoscenza delle malattie sessualmente 
        trasmissibili. Per la proiezione è stato usato il materiale del 
        CCM (videoproiettore, generatore, videoregistratore, casse) sotto la sorveglianza 
        del Maestro Jillo. Le domande sono state poste a Teresa che ha presentato 
        il gruppo e ha fatto gli onori di casa. 
       Informazioni sul 
        gruppo 
       Il gruppo ha una sua sede 
        in un incrocio di Sololo non molto distante dalla zona del mercato e lungo 
        la strada verso l’Ospedale e la Missione. Comprende un appezzamento 
        di terra di meno di un ettaro con tre edifici: un albergo a 4 stanze con 
        tre letti ciascuna con zanzariere e corredo, la sala riunioni con panche 
        e tavoli, un recinto coperto.  
        Il gruppo è composto da 40 donne e ha delle cariche di responsabilità 
        come la segretaria, la presidente, la tesoriere. Per accedere al gruppo 
        bisogna superare una selezione che si basa sulla reputazione della persona, 
        non mi è stato specificato meglio. Le socie possono anche provenire 
        da villaggi diversi come Anona. Non sono state fatte domande specifiche 
        sull’eventuale pagamento di una quota associativa al gruppo, quota 
        che è presente in tutti gli altri gruppi. Le riunioni sono settimanali 
        e cadono di sabato. Una volta l’anno c’è una riunione 
        plenaria alla quale partecipano anche gli uomini. Gli uomini, i mariti, 
        partecipano come aiuto e sono anche destinatari dell’educazione 
        sanitaria. 
       Attività 
      1. Divulgazione di informazioni 
        relative alla salute 
        2. sostegno e aiuto per l’educazione dei figli 
        3. sostegno contro la povertà 
        4. problemi relativi all’acqua 
       Filmati per l’educazione 
        sanitaria 
      Alla proiezione hanno assistito 
        uomini e donne, anche alcuni anziani. I bambini sono stati esclusi per 
        le immagini un po’ crude degli effetti delle malattie. 
        Il primo filmino fatto da SIDA (Chiesa svedese) riguardava le malattie 
        trasmissibili per vie sessuali tra cui AIDS, Clamidia e altre. L’attenzione 
        veniva posta principalmente sui costumi di vita. Le immagini associate 
        ritraevano persone che danzano balli moderni in discoteche con la musica 
        assordante, l’uso di alcol, una scena allusiva a rapporti sessuali 
        presa da qualche film con protagonisti bianchi mentre nelle scene precedenti 
        i protagonisti erano neri. Altre immagini riguardavano gli effetti estetici 
        di queste malattie con pustole varie sia sui genitali che su neonati da 
        madri malate. Il filmato aveva un commento in kiswahili che ha impedito 
        la comprensione completa del dialogo. Il secondo filmato riguardava la 
        ripresa da parte di Jillo di un seminario tenutosi presso il Sololo Woman 
        Group organizzato da ALRED riguardo all’AIDS. Il filmato era interamente 
        girato in Borana e quindi i dialoghi erano incomprensibili. Durante l’incontro 
        tenutosi il 23/4/2001 è stato spiegato l’utilizzo del preservativo. 
        All’incontro del filmato erano presenti numerosi uomini che hanno 
        anche preso la parola diverse volte. Le reazioni, non capendo i dialoghi 
        erano abbastanza nervose e negative. 
        Al termine dei due filmati non c’è stato dibattito, le persone 
        sono uscite dalla sala e hanno iniziato a smantellare il materiale. Durante 
        la proiezione si sono uditi alcuni commenti di disapprovazione mentre 
        scorrevano le immagini delle pustole, commenti più accesi quando 
        è apparsa la foto del bambino ammalato per trasmissione dalla madre. 
         
        Maestro Jillo ha spiegato che difficilmente le donne pongono delle domande, 
        gli argomenti che toccano la vita intima sono ancora un forte tabù 
        tanto che piuttosto che ammettere che un parente è morto di AIDS 
        si preferisce dire in giro che ha la Febbre Gialla. Il metodo educativo 
        usato in Kenya, anche nelle scuole, utilizza ancora molto le punizioni 
        con bacchettate, si punta molto sull’impressionare le persone creando 
        un timore, la paura per far desistere su un certo comportamento. 
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