| SOMALIA 5/3/2007 15.53 | 
VIOLENZE A MOGADISCIO, 
        NUOVE VITTIME DI OMICIDI MIRATI   | 
  
 
        Almeno quattro persone sono state uccise oggi a Mogadiscio in tre diversi 
        episodi di violenza tutti condotti da uomini armati non identificati. 
        Lo riferisce la stampa locale, precisando che un colonnello e 3 civili 
        sono morti in attacchi differenti avvenuti tutti nella mattinata di oggi. 
        Il colonnello Ahmed Adan Bo’rey e un suo amico sono stati 
        uccisi da un sicario non identificato nel quartieri di Taleh verso 
        l’ora di pranzo, mentre un civile sarebbe rimasto ucciso nel primo 
        pomeriggio in un agguato teso al veicolo su cui viaggiava nella zona di 
        Hawlwadag e un altro civile è stato freddato da un uomo 
        armato nel quartiere ‘Black Sea’ della capitale. 
        Sono oltre 100 le persone morte e diverse centinaia quelle rimaste ferite 
        nell’ondata di violenze e di azioni di guerriglia in corso da settimane 
        a Mogadiscio, dove ignoti – ma secondo il governo si tratterebbe 
        di migliaia di miliziani delle deposte Corti islamiche ancora 
        presenti in città – lanciano mortai e granate contro le principali 
        infrastrutture cittadine o contro le forze fedeli al governo di transizione. 
        Più recentemente, invece, si sono moltiplicati episodi come quelli 
        avvenuti oggi e che sembrerebbero far pensare a una serie di esecuzioni 
        mirate, dalla natura ancora misteriosa, dal momento che potrebbero essere 
        legate sia alla ‘lotta politica’ che alla criminalità 
        comune. Gli attacchi e l’insicurezza crescente, legata 
        alla ripresa della criminalità e dell’attività dei 
        vecchi capi-clan, hanno portato migliaia di persone a lasciare Mogadiscio. 
        Secondo una stima diffusa nei giorni scorsi dall’Ufficio per il 
        coordinamento degli Affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha), sono 
        circa 20.000 i civili che hanno lasciato Mogadiscio nelle ultime settimane 
        nel timore di restare coinvolti nelle violenze quotidiane che sono tornate 
        a scuotere Mogadiscio. [MZ]   | 
  
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