| SOMALIA 27/4/2007 17.47 | 
MOGADISCIO: PERQUISIZIONI 
        E SACCHEGGI, INSORTI SI DANNO ALLA MACCHIA   | 
  
Soldati etiopi e miliziani 
        fedeli al governo di transizione somalo (Tfg) sono impegnati da questa 
        mattina in una serie di operazioni di sicurezza nella zona nord 
        di Mogadiscio, l’area sottratta ieri al controllo degli 
        insorti anti-governativi. Lo riferiscono fonti della MISNA contattati 
        sul posto, precisando che sia soldati etiopi che governativi compiono 
        perquisizioni casa per casa alla ricerca di armi e di presunti fiancheggiatori 
        delle forze antigovernative. Secondo le testimonianze raccolte, 
        soprattutto tra le milizie del Tfg vi sarebbe chi, approfittando 
        delle perquisizioni, sta compiendo saccheggi su vasta scala sia 
        nelle abitazioni che in uffici, aziende ma anche in depositi sanitari, 
        incluso uno del Comitato internazionale della Croce Rossa. “I 
        miliziani del governo non ricevono lo stipendio e il ‘bottino’ 
        di queste ore è la loro unica ricompensa” dice alla MISNA 
        un abitante della zona nord che si è visto svuotare la casa da 
        miliziani filo-governativi. I saccheggi erano cominciati già 
        ieri sera, quando decine di uomini armati avevano, poco dopo la ritirata 
        degli antigovernativi, fatto irruzione in molti edifici, devastando anche 
        la sede di una nota emittente televisiva locale, nella quale sono rimaste 
        uccise anche quattro persone addette alla sicurezza della struttura. I 
        soldati etiopi, invece, si starebbero soprattutto concentrando nella ricerca 
        degli insorti ancora presenti in zona e nella creazione di “comitati 
        di quartiere” che dovrebbero avere lo scopo di segnalare il ritorno 
        o la presenza di “terroristi” nelle zone nord di Mogadiscio. 
        Fonti ben informate riferiscono oggi che gran parte delle 
        milizie anti-governative, soprattutto quelle legate alle deposte Corti 
        Islamiche, impegnate nei combattimenti delle settimane scorse 
        ha nascosto le armi e si è data alla macchia, 
        trovando rifugio nei dintorni della città. Voci confermate in parte 
        dalla sparatoria di una ventina di minuti avvenuta durante la notte nei 
        pressi di Taleh, a qualche decina di chilometri da Mogadiscio. Sono 
        in molti oggi a sottolineare che la ‘vittoria’ militare ottenuta 
        ieri dai soldati etiopi nei quartieri nord intorno allo Stadio della capitale 
        somala sia prima di tutto frutto di un accordo politico raggiunto a porte 
        chiuse tra militari etiopi e i vertici del clan Hawiye, che avrebbero 
        infine deciso di abbandonare al proprio destino l’ala più 
        radicale delle milizie di alcuni suoi sottoclan. Intanto a Mogadiscio, 
        dove secondo voci ancora da confermare sarebbe arrivato in giornata 
        anche il presidente Abdullahi Yusuf, la gente approfitta della 
        calma e della giornata di riposo dedicata alla preghiere per rifornirsi 
        di cibo e beni di prima necessità. Altri hanno dedicato 
        la giornata a raccogliere i cadaveri rimasti nelle strade per 
        garantire, nel giorno sacro ai musulmani, adeguata sepoltura ai propri 
        familiari. Da domani, invece, sarà la Mezzaluna Rossa di 
        Mogadiscio a occuparsi, come già accaduto nelle scorse settimane, 
        di recuperare la maggior parte dei cadaveri ancora riversi ai margini 
        delle vie della zona nord di Mogadiscio per “ripulire le strade”, 
        mentre i militari etiopi dovrebbero effettuare una serie di sopralluoghi 
        per decidere quali arterie stradali riaprire. [MZ]  | 
  
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