| OGGETTO | 
| L’obiettivo generale del presente progetto è quello di migliorare la condizione di vita dei minori “vulnerabili” presenti nell’area di intervento, garantendo il sostegno al diritto dei minori ad avere una famiglia in modo che diventino uomini e donne responsabili all’interno della società. | 
| L’obiettivo specifico è garantire cura e protezione ai ai bambini vulnerabili tramite un approccio onnicomprensivo in modo che possono svilupparsi nella comunità al loro completo potenziale. | 
| 1. Provvedere per una migliore e adeguata dieta nutrizionale per i bambini vulnerabili | 
| 2. Provvedere per il vestiario | 
| 3. Provvedere per l’accesso all’ educazione primaria e secondaria o inserimento al lavoro | 
| 4. Provvedere per cure sanitarie | 
| 5. Provvedere per l’accoglienza dei più bisognosi bambini vulnerabili nell’Obbitu Village | 
| Obbiettivi da perseguirsi nel rispetto delle seguenti priorità: | 
| - sostegno del minore presso la famiglia natale; | 
| qualora questo non fosse possibile, | 
| - sostegno presso famiglie adottive locali | 
| qualora questo non fosse possibile, | 
| - accoglienza in “case-famiglie tradizionali” in un villaggio-quartiere residenziale di Sololo, costituito in conformità agli usi e costumi Borana, etnia che abita l’area di intervento | 
| Il programma si propone di promuovere la risposta al bisogno crescente di integrazione sociale da parte di bambini e adolescenti che sono a rischio di marginalizzazione ed esclusione | 
| I livelli di intervento comprendono: | 
| a)  il supporto al bambino vulnerabile presso le famiglie di origine o adottive locali  | 
  
| b) la realizzazione di un “villaggio-quartiere” residenziale, del tutto simile agli altri diciannove che costituiscono l’attuale città di Sololo, finalizzato all’accoglienza e all’educazione dei bambini vulnerabili. Il villaggio sarà costituito da più unità “casa-famiglia-tradizionale”, realizzata in conformità agli usi e costumi dei Borana, dove il bambino potrà vivere in una sorta di famiglia allargata, mantenendo il contatto con gli altri bambini del villaggio e della città.  | 
  
| c)  l’offerta di un servizio di supporto sanitario e psicologico individualizzato rivolto ai minori vulnerabili  | 
  
| d)  un’offerta formativa rivolta al personale del villaggio: alle “mamme del villaggio”, ognuna responsabile della gestione dell’unità-familiare-tradizionale a lei affidata; alle “zie del villaggio” coadiutrici delle mamme ; agli addetti alla manutenzione e alla sicurezza per migliorarne le competenze tecniche ; ai pastori .  | 
  
| La strategia e le modalità di attuazione dell’intervento prevedono che tutte le azioni siano realizzate attraverso il partenariato con le diverse realtà locali già operanti da tempo nella promozione dei diritti dell’infanzia. | 
| In particolare con la controparte C.I.P.A.D. (Cultural Information Pastoral Development) quale elemento di coordinamento di tutte le attività del progetto al fine di favorire la sostenibilità nel tempo del programma. | 
| Il progetto si inserisce nel quadro degli interventi promossi dal governo keniota con il “Kenya Children Act” del 2001 che è in accordo alla Convenzione sui Diritti del Bambino di New York. | 
| In virtù di una rinnovata sensibilità ed attenzione verso il problema dei minori poste dalle Istituzioni keniane, queste hanno dato il via alla collaborazione con Organismi di cooperazione internazionale. |