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In ogni gesto della giornata cerco di portare rispetto alla dignità che riconosco in loro come in ogni persona. Tento di condividere, ossia, di ascoltare il loro problema e la soluzione che propongono. Eventualmente suggerisco l’esistenza di altre possibilità a loro forse non ancora note. Poi attendo la loro scelta. Se non condivido quanto decidono, esprimo il mio dissenso giustificandolo e motivandolo. Quando comunque, ma capita molto raramente, restano della loro opinione scelta, cerco ugualmente i mezzi per dare loro l’opportunità di concretizzare quella scelta. Non dimentico che loro sono a casa loro con tutti i diritti che ciò comporta. Tutti sappiamo bene che si cresce anche attraverso l’accorgersi degli errori fatti. Hanno il diritto di commettere i loro errori.

Credo che questo agire non possa venire definito colonialismo-culturale. Condivisione, mi sembra il termine più appropriato. Camminare vicino senza pretese di cambiare ne noi ne loro, condividendo problemi e speranze. Se sono nato bianco e mi trovo qui nella posizione inferiore quando la maggioranza dei puntini bianchi è nella posizione superiore, una ragione ci deve pur essere. Altrimenti avrei dovuto nascere nero e sarei uno di loro con i loro problemi… e qualcuno avrebbe uno in più da dovere aiutare.

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