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In me vedo affievolirsi gli entusiasmi presenti all’inizio di questa avventura. Sembrano lasciare il posto ad una malinconica presa di coscienza della realtà. Maturità, dirà qualcuno. Quei fatti, che sono dietro alle quinte di ogni storia; quelle realtà, che i non addetti ai lavori ignorano e che altri, dopo averle conosciute, negano e rimuovono temendole; quelle che nessuno vorrebbe ma che con il proprio silenzio-assenso esplicitamente sostengono; … mi stanno soffocando ... pur se, paradossalmente, confermano le certezze nelle scelte di vita che ho compiuto.

Sono loro, i senza voce ed i senza speranza, le vittime consapevoli ed impotenti delle ingiuste sopraffazioni portate, anche da quei fatti che sono dietro alle quinte, coloro che vinceranno. Da lontano, continuo ad avvertire il richiamo della speranza. Come se sapessi per certo che domani, al risveglio, tutto sarà più radioso e le ombre saranno svanite. Qualcosa mi dice; mi ripete; mi da la certezza che questo non è un sogno.

Il rispetto delle regole di vita che ho accettato sembra farmi sentire impotente. Mi misuro impotente. Devo rispettare quelle regole proprio per usare il mio "potere" di bianco come "servizio". Dunque, malinconia si, ma sempre conservando forte la voglia di andare avanti. Contro l’apparenza del presente, non vedo altre vie che questa da percorrere nella coerenza…


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