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Lo chiamano "Progresso"
(per chi ? per i Borana ? forse ... )

Questa che può apparire un'analisi senza speranza, in realtà non vuole che essere un generico "avvertimento-richiamo".
Forse, un atto di riconoscimento per chi lo ha fatto
o un atto di accusa per chi avrebbe potuto farlo e non lo ha fatto: di aiutare meglio i Borana,
preparandoli al "Progresso", dando loro la disinteressata fiducia ed i mezzi, nei tempi utili oramai passati.
Comunque, non è mai troppo tardi per cominciare.
Inoltre il "Progresso", qualunque esso sarà mai, migliorerà di certo le condizioni "fisiche" di vita dei più ricchi,
ma anche quelle, oggi disumane, degli ultimi ...
 
Ci saranno disponibili, si spera, almeno anche i 7,11 euro mensili, che stiamo chiedendo oggi, per sostenere un bambino orfano o vulnerabile che sopravvive (?!) a Sololo.


Lo temevamo da tempo ed ora alcuni dei segnali concreti ci sono e sono tanti:
i ripetitori dei telefoni, attivi da febbraio anche a Sololo; i lavori per asfaltare la pista, iniziati da Isiolo con grandi mezzi dalle squadre cinesi;
lo scavo per 500 km laterale alla pista, ove viene posizionato il cavo a fibre ottiche che arriverà in Etiopia saltando Sololo;
le voci che danno per certo l'imminente acquisto da parte del Kenya di energia elettrica proveniente da una nuova diga in Etiopia;
le voci insistenti, con la presenza di tecnici cinesi,
che danno per sicuro l'inizio dello sfruttamento dei giacimenti di petrolio nell'area di Garbatula, per il momento non più contesa dalla Somalia; ...
 
E' molto probabile che da ora il "progresso dell'area" si muoverà con maggiore rapidità
e che gli interessi prevalenti che lo spingono non siano quelli dei Borana.

Sono interessi nazionali quelli di volere sviluppare la regione per porla in maggiore sicurezza,

anche in relazione ai prevedibili trasporti che proverranno dai giacimenti nazionali e d'oltre confine.
Progetti che puntano a creare e a potenziare le infrastrutture:
strade, comunicazioni, energia ...
Progetti che arrivano dall'alto, decisi e concordati sopra alle teste dei pastori nomadi Borana.
Realizzati da espatriati stranieri e coinvolgenti la popolazione kenyota più evoluta del sud del paese, quali i commercianti kikujo.
 
Approfittando del momento evolutivo propizio, presto arriveranno anche qui in tanti,
chiamati dai fratelli di clan che, quali impiegati governativi ora inviati a lavorare in queste terre, ne scoprono la vergintà dei mercati dalle grandi potenzialità
Avranno mezzi ed amici disposti ad appoggiarli nelle loro imprese.
Probabilmente li accompagnerà anche la presenza di organizzazioni umanitarie internazionali,
pronte ad investire per lo sviluppo sovente a prescindere, o quasi, da chi e come lo si realizzi
I Borana sono ancora impreparati a tutto questo.
 
Sono pastori ed in pochi, se non supportati dai fratelli etiopi, sapranno muoversi tra questi nuovi scenari e mercati
Affascinati e travolti dagli stessi, rischieranno di vendere il poco che hanno,
senza sapere come riinvestire il capitale.
Finiti i soldi di questa prima fase di "benessere", si ritroveranno ancora più poveri;
immersi in una povertà che non sarà più solo di tipo fisico.
Povertà ben diversa da quella loro tradizionale,
Si ritroveranno a svolgere, nella migliore delle ipotesi, i lavori più umili per la gente del sud,
divenuta padrona delle loro bestie e della loro terra
I Borana, da sempre dimenticati da tutto il mondo,
rischiano ora di divenire fantasmi in quella che fu la loro casa.

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