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.Per ora è così ...

. .. ti invito a riflettere sul fatto che è moralmente corretto che i servizi che l'associazione non riesce ad avere dalle prestazioni dei volontari, debba pagarli a chi glieli dà. Se chi li offre lo fà per mestiere e deve viverci, quando si accontenta di essere sottopagato per il valore di ciò che fà, va considerato la quota mancante di stipendio, quella che totalizzerebbe la giusta retribuzione, come se fosse la sua partecipazione volontaria.

Chi percepisce il giusto salario. è un normale dipendente

E' un mercenario chi si approfitta del bisogno altrui e si fa pagare di più.

In altre parole, occorre prendere atto che la vita reale ci propone 4 figure di operatori:

- il volontario puro che non ha bisogno di retribuzioni poichè se lo può permettere di regalare la sua professionalità

- il volontario che non può permettersi di regalare tutto e dona una sola parte rinunciando a qualcosa che sarebbe suo

- il normale dipendente che chiede la giusta retribuzione

- il mercenario che esosamente richiede di più approfittando del bisogno altrui

Io ritengo che nelle Associazioni di volontariato possano trovare posto tutte le prime tre figure di operatori.

Ovvio che prioritarie siano le prime due. Inevitabile la terza se il progetto richiede particolari e specifiche competenze professionali. L'alternativa sarebbe il non realizzare il progetto ... La quarta figura non dovrebbe mai esistere, anche fuori dal volontariato.

In questa logica rientra la correttezza che l'Associazione decida di facilitare nelle spese di viaggio alcuni dei suoi volontari ...

fanno parte dei costi per poter ottenere la realizzazione dei suoi progetti anche sul campo.

Io, pur facendo parte della prima categoria degli oeratori totalmente volontari,

ritengo corretto che l'Associazione riconosca un minimo a chi si dedica volontaria senza chiedere un salario pieno ...

 

Per es. se qualcuno sul campo sta crescendo i minori secondo il criterio del "rispetto acritico di leggi imposte";

intendo dire "educare a rispettare regole imposte" anzichè educare a "sapersi dare democraticamente le regole".

Quando il nostro lavoro di cooperazione finirà e ci chiederemo se avremmo potuto fare di più e/o avremmo potuto fare meglio ...

Io son certo che risponderò: SI, se avessimo potuto avere anche l'apporto di una educatrice dedicata; anche pagandola, se la persona fosse stata disponibile e non avesse potuto donare la propria professionalità, come avrebbe voluto per coerenza alle sue scelte di vita

Occorre sempre decidere nella logica di chi guarda alle stelle per conoscere la direzione; ma poi occorre essere realisti quando si concretizza la decisione; occorre "contestualizzare" il proprio sogno ridimensionandolo secondo la realtà che si sta vivendo ...

Riflettete ... meditate genti, meditate ...


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