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Contesto

3.1 Origini dell’iniziativa

Il CCM (Comitato di Collaborazione Medica) è presente nel nord del Kenya dal 1982 e fornisce servizi sanitari tramite il sostegno all’ospedale di Sololo con programmi promossi finanziati dal MAE.
L’iniziativa di seguito presentata nasce dalla richiesta d’intervento espressa nel 2004 dal Sindaco Galma Dabasso (Senior Chief), dai cinquanta membri che compongono l’Assemblea degli Anziani (Elders) di Sololo e da rappresentanti di Gruppi di Donne e Giovani presenti sul territorio di Moyale al dott. Bollini, cooperante CCM, presente a Sololo in qualità di Responsabile Progetti.
Una serie di incontri con le realtà della comunità locale, in particolare con le associazioni presenti sul territorio attive nel settore e con l’Assemblea degli Anziani, hanno favorito un approfondimento del problema dei bambini orfani di genitori malati di HIV/AIDS sottolineando la necessità di intervenire prima che il fenomeno giunga a livelli quantitativi tali da obbligare a soluzioni di tipo istituzionale che risultano estranee alla tradizione di vita Borana.
La Comunità, rappresentata dal Sindaco (Senior Chief) e dagli Anziani (Elders) ha successivamente costituito e registrato, secondo le leggi del Kenya, un’apposita Community Based Organization, ONG locale, denominata Cultural Information Pastoralist Development (CIPAD). Il neonato comitato CIPAD è stato identificato quale controparte locale.
L’Assemblea degli Anziani, previa autorizzazione governativa, in data 12-04-2005 ha deliberato circa la disponibilità del terreno da destinare all’edificazione del Villaggio-Quartiere per orfani.
In quella sede la comunità locale, identificata nella controparte CIPAD, ha individuato una striscia di terreno confinante con la periferia della città di Sololo larga 500 metri per 1.000 metri da destinare al progetto.
In considerazione delle richieste avanzate dalla comunità locale, Amina Ibrahim, collaboratrice CCM in qualità di Country Liaison Officer Kenya-Somalia, ha condotto una missione a Sololo. Dal confronto e dialogo con la controparte locale è emersa la necessità di adottare delle linee guida per le modalità di attuazione del progetto. Sono state così delineate delle Procedure Operative Standard (SOPs), anche in consonanza con il Children’s Right Act emanato dal governo keniota nel 2001, al fine stabilire, fra l’altro, i criteri di selezione dei bambini beneficiari dell’intervento e di tutto il personale del Villaggio-Quartiere.

Per rispondere alle necessità della popolazione emerse durante i vari incontri e la missione, tenendo conto dell’esperienza pluriennale maturata dal CCM nell’area di intervento, si è deciso di progettare un modello di “casa-famiglia-tradizionale” dove il bambino possa crescere in conformità alla tradizione borana che prevede che l’orfano possa vivere a contatto con gli altri bambini del villaggio in una sorta di famiglia allargata.

3.2 Contesto Nazionale e Regionale

3.2.1 Cenni storici

Il Kenya è una Repubblica Presidenziale dal 1963, anno dell’Indipendenza dalla Gran Bretagna. Dopo le elezioni, che videro Jomo Kenyatta eletto primo Presidente del Kenya, il KANU (Kenya African National Unit) divenne il partito unico. Kenyatta riuscì a garantirsi l’appoggio degli ex coloni, che insieme a quello dei Kikuyu, la sua etnia, gli permise di governare il paese in relativa pace fino alla sua morte nel 1978.
Gli successe il suo vice, Daniel Arap Moi, che, dopo essere scampato ad un colpo di stato nel 1982 ed essere stato rieletto più volte, ha vinto le prime elezioni multipartitiche del 1992 ed è stato riconfermato nelle del dicembre 1997.
Nuovo capo di Stato e di Governo, Mwai Kibaki, è stato eletto il 27 dicembre 2002. (Candidato dell'opposizione ha ampliamente superato Uhuru Kenyatta, candidato voluto dall'ex Presidente Arap Moi).

3.2.2 Caratteristiche geografiche

Il Kenya si trova a cavallo dell’equatore e ricopre una superficie di circa 583.000 Kmq, comprendente circa 13.600 del Lago Vittoria. Il paese confina a Nord con le aride savane e i deserti dell’Etiopia e del Sudan, a est con i deserti della Somalia e l’Oceano Indiano, a ovest con l’Uganda ed il Lago Vittoria e a sud con la Tanzania.
La topografia del paese spazia dai rilievi innevati degli altipiani centrali, alle coste est sull’Oceano Indiano, il bacino del Lago Vittoria e la Rift Valley.
Il clima è caldo e umido nelle aree a bassa quota e specialmente sulla costa. Sugli altipiani e nelle regioni montuose il clima è temperato (a Nairobi la temperatura varia dai 10° ai 28°). Quattro sono le stagioni: Gennaio-Marzo, stagione calda e soleggiata; Marzo-Giugno, stagione delle lunghe piogge; Giugno-Settembre, stagione fresca, nuvolosa e secca; Ottobre-Dicembre stagione delle brevi piogge.

La zona interessata dal presente progetto si trova nella Obbu-Uran Division, una delle quattro Divisioni del Distretto di Moyale. Il Distretto si trova nella Provincia Orientale, nel Nord del Kenya (Eastern Province).
Il territorio del Distretto di Moyale è arido e semi arido ed è caratterizzato a Nord dalle pendici degli altipiani etiopi intorno ai 700 metri sul livello del mare e a Sud dalla pianura arida a 550 metri sul livello del mare.
La temperatura varia dai 16° ai 35° e la stagione più calda si verifica tra settembre e marzo.

3.2.3 Assetto politico-amministrativo

Il Kenya è una Repubblica multi-partitica a struttura uni-camerale. Il suo organo legislativo l'Assemblea Nazionale che comprende 202 rappresentanti (compresi 14 seggi non elettivi). Il capo dello Stato e di Governo è il Presidente eletto a suffragio universale diretto e dura in carica cinque anni.

La capitale è Nairobi e le lingue ufficiali sono il Ki-Swahili e l'inglese. Non vi è nessuna religione ufficiale. L'unità monetaria è lo scellino kenyano.
Amministrativamente il territorio è diviso in 7 Province (Costa, Nord-Orientale, Rift Valley, Centrale, Orientale, Nyanza, Occidentale), alle quali si aggiunge la Special Area di Nairobi, e ciascuna Provincia si suddivide in Distretti (a loro volta composti da Divisions), Locations e Sub-locations, con un discreto grado di decentramento del potere verso le amministrazioni locali. I commissari a capo di province e distretti sono nominati dal presidente.

La Eastern Province è amministrata dal Province Commissioner (PC) al quale si riferiscono District Commissioner (DC) responsabili dei distretti come quello di Moyale. All’interno dei Distretti il territorio è suddiviso in Divisioni. Il Distretto di Moyale, che si estende su una superficie di 9.749 Kmq, è composto da quattro Divisioni. Due di queste, la Uran e la Obbu Divisions, coprono una superficie di 6.347 Kmq. Sololo Ramata, luogo di intervento del progetto, è il centro di riferimento per i due territori ed è la sede del District Officer (DO) che amministra le due divisioni e fa riferimento al DC di Moyale.
Ogni villaggio ha un capo responsabile, il Chief, e vari collaboratori, Assistant Chief, provenienti tutti dallo stesso villaggio. Questi lo amministrano in accordo con il Consiglio degli Anziani locali (Elders).

3.2.4 Dati demografici, socio-economici, sanitari, occupazionali

In Kenya nel 2005 la popolazione era di 34.300.000 milioni di abitanti; il tasso di crescita annuale della popolazione è stato del 2.4% tra il 2000 e il 2005. La popolazione prevista per il 2050 è di 83.100.000 milioni.
Essa si concentra nelle grandi aree urbane e dal 2000 al 2005 l’accrescimento della popolazione urbana è stata del 4.4%.

Esistono più di 70 gruppi tribali, che si distinguono principalmente in base alla lingua, anche se in molti casi le differenze fra le tribù si stanno facendo molto più sottili a causa della crescente migrazione verso i centri urbani e dell’invasione della cultura occidentale. La maggioranza degli africani del Kenya appartiene a due gruppi linguistici: bantu e nilotico. I gruppi etnici principali sono: Kikuyu 21%, Luhya 14%, Luo 13%, Kamba 11%, Kelenjin 11%, altri 30%.

Il Kenya si trova nella categoria dei Paesi a basso reddito (low income country)
Il prodotto interno lordo pro-capite è di 388 Euro.
La principale risorsa economica del Kenya è l’agricoltura, che occupa circa l’80% della popolazione, fornendo più del 50% dei guadagni derivanti dalle esportazioni ma contribuendo soltanto per il 25% del PIL. Le coltivazioni principali sono il mais, il sorgo, la manioca (o cassava), i fagioli e la frutta mentre le colture per le esportazioni comprendono il caffè, il tè, il cotone, il sisal, il piretro e il tabacco. Nel suo insieme, l’agricoltura keniota è stata duramente colpita dalla siccità nel 1997 e nel 2000.
Seguono il turismo e l’industria che fornisce il 13% del PIL, anche se l’inadeguatezza delle infrastrutture , l’elevata pressione fiscale e la corruzione che dilaga stanno strangolando questo settore, concentrato soprattutto della capitale Nairobi e di Mombasa. I prodotti principali del settore comprendono alimentari, birra, veicoli, oggetti meccanici, tessili, vetro e prodotti chimici.

I dati relativi alle condizioni sanitarie della popolazione del Kenya sono frutto di stime in quanto non sempre sono disponibili dati o studi statistici approfonditi.
Per quanto riguarda la mortalità materna la stima per l’anno 2000 è di 1.000 donne decedute su 100 mila bambini nati vivi; la mortalità infantile nell’anno 2005 è stimata 65/1.000. Le proiezioni relative ai casi di AIDS indicano un aumento possibile dei tassi di mortalità infantile nei prossimi anni (fino al 189/1.000).
L’aspettativa di vita nell’anno 2005 è stata di 49 anni e mezzo per gli uomini e quasi 48 per le donne.
Si calcola che dal 1984, anno in cui fu diagnosticato il primo caso, al 2003 l’AIDS abbia causato la morte di 1,6 milioni e lasciato orfani più di 800 mila giovani sotto i 18 anni. La maggioranza delle infezioni non-pediatriche si riscontra tra i giovani; soprattutto tra le donne tra i 15 e i 24 anni e gli uomini sotto i 30.

Nel Distretto di Moyale vivono in maggioranza i Borana, a est di Degodia e gli Adjuran, a sud di Rendile e di Samburu, a ovest di Gabbra e a Nord, oltre il confine, gli Oromo, nome etiope dei Borana.
I Borana sono pastori che abitano il territorio a cavallo del confine tra Kenya ed Etiopia. Si stima che circa 100.000 persone vivano nell’arido Kenya settentrionale e 200.000 nell’Etiopia Meridionale.
L’ultimo censimento ufficiale dei Borana che risiedono nel Distretto di Moyale è stato eseguito nel 1999. I dati emersi, tuttavia, non corrispondono alle testimonianze raccolte dai Chiefs, i responsabili dei villaggi, intervistati nell’agosto 2001 che forniscono valori più alti.
Secondo il District Planning Unit di Moyale, la crescita della popolazione è stimata pari al 2,46% nell’intero Distretto (il dato, unico disponibile, si riferisce al 1996).
La struttura della popolazione, secondo le stime del District Planning Unit, è formata in maggioranza di persone di età compresa tra 0 e 19 anni, con prevalenza di maschi rispetto alle femmine. Dai 20 ai 44 anni molti ragazzi emigrano in cerca di lavoro o per motivi di studio e le femmine, in questa classe di età, sono in maggioranza, soprattutto nelle aree rurali. Gli ultrasettantenni costituiscono il 5,3% della popolazione anziana.
La “famiglia allargata” è largamente diffusa; la grandezza media dei nuclei familiari, infatti, è di 6-8 unità e non differisce significativamente nei diversi villaggi.
La popolazione si concentra maggiormente nella fascia pedemontana a ridosso del confine con l’Etiopia, dove passa la pista di collegamento Nairobi-Addis Abeba e dove sono presenti le risorse idriche attive per tutto l’anno.

3.2.5 Contesto macro-economico

L’economia del Distretto di Moyale è basata sull’allevamento del bestiame, sull’agricoltura e sul commercio.

Allevamento del bestiame

L’allevamento del bestiame, bovini, capre, cammelli, asini e pecore, rappresenta l’attività prevalente nel Distretto di Moyale. I pascoli vengono sfruttati a seconda delle stagioni secche o delle piogge, nel rispetto delle tradizioni locali.
Una parte della popolazione si sposta con le mandrie più numerose verso i pascoli più lontani dai centri abitati nel periodo delle piogge (novembre-dicembre e aprile-giugno) quando sono attive tutte le risorse idriche. Quando le risorse si esauriscono con il sopraggiungere della stagione secca (gennaio-marzo e luglio-ottobre), i pastori si spostano con le mandrie verso i punti con acqua disponibile tutto l’anno.

Il bestiame è venduto principalmente nella città di Moyale. Il prezzo viene fissato arbitrariamente da agenti che gestiscono gran parte del mercato poiché non esiste un sistema organizzato di commercio.
Il bestiame venduto al mercato d Moyale ha un valore diverso relativamente al suo stato di salute e quindi alle condizioni dei pascoli.
Dopo la caduta del regime di Menghistu in Etiopia, nel gennaio 1999, la chiusura del confine ha provocato gravi ripercussioni sulle due popolazioni. Gli scambi di prodotti soprattutto agricoli degli altipiani etiopi che integravano l’economia pastorizia della popolazione del Distretto di Moyale sono, infatti, venuti meno. Con la chiusura del confine è venuto meno, inoltre, l’accesso a numerose fonti idriche e ai pascoli a cui ricorrevano le mandrie del Kenya nei momenti di siccità.

Agricoltura

L’agricoltura si è sviluppata verso le pendici dell’altopiano etiope, intorno ai centri urbani, su superfici non molto estese.
Si coltivano soprattutto mais, fagioli, frutta e ortaggi ma la quantità prodotta per la vendita (cash crop) non soddisfa il fabbisogno della popolazione del Distretto (food crop) che periodicamente riceve aiuti umanitari.
La quasi totalità della terra, in conformità al diritto tradizionale di occupazione, appartiene alla collettività quindi non esistono grandi proprietari terrieri.
Per lavorare il terreno vengono utilizzati esclusivamente strumenti a mano; i buoi e i cammelli vengono impiegati per arare i campi.
Allo stato attuale non esiste un vero e proprio programma agricolo

Commercio

Il commercio è limitato a pochi centri: Moyale, Sololo Makutano, Sololo Ramata e a pochi villaggi dislocati lungo la strada per Moyale.
Nei mercati si vendono soprattutto prodotti provenienti dall’Etiopia e dal sud del Kenya e i loro prezzi sono determinati dalle condizioni atmosferiche e dai corsi d’acqua in piena che spesso danneggiano le vie di comunicazione rendendole impraticabili per lunghi periodi.
Il baratto di bestiame con merci è ancora in uso in molti villaggi; la moneta viene utilizzata quasi esclusivamente nei centri più grandi come Moyale e Sololo Ramata.

Attività commerciali di modesta entità sono state avviate, intorno alla metà degni anni ’80, da associazioni di donne (Women Group) e di giovani (Youth Group) che si occupano della vendita di pane, carne, latte e uova e dell’allevamento e commercio di pollame e bestiame.
Alcune associazioni si dedicano all’agricoltura, in particolare all’orticoltura; attività condizionata notevolmente dall’andamento delle piogge.
Altre associazioni sono dedite alla fabbricazione di mattoni tradizionali di argilla.

3.3 Quadro settoriale/territoriale

Secondo una proiezione del Ministero della Sanità del Kenya, l’AIDS ha causato più di 2 milioni di orfani nel 2005 in tutto il paese. Secondo alcune previsioni, nel 2010 questi potrebbero essere 2,3 milioni, cioè il 20% del totale dei bambini del paese.
Il problema dei minori orfani dell’HIV/AIDS è tra i più urgenti è gravi nell’area urbana di Sololo.
La disponibilità di dati statistici sulla quantificazione reale degli orfani è scarsa.
Gli uffici governativi, proprio per la mancanza di tali informazioni, non dispongono di banche dati attendibili da cui attingere. Il numero di orfani, in tutto il Distretto di Moyale, è stimato a 1.400 unità. Il numero è stimato, relativamente alla città di Sololo, a 200 unità nei prossimi due anni. Tali informazioni sono state raccolte mediante interviste al Senior Chief di Sololo, ai membri dell’Assemblea degli Anziani e ai rappresentanti di associazioni di donne e giovani. Inoltre le autorità governative, in particolare il Commissario di Distretto (District Commissioner - DC) a Moyale ed l’Ufficiale di Distretto (District Officer - DO) a Sololo, hanno fornito ulteriori utili informazioni a costruire un quadro completo della situazione.
Attualmente è in fase di elaborazione da parte del CIPAD, controparte locale del progetto, un censimento degli orfani.

I bambini vivono in povertà e senza risorse a causa della disgregazione del nucleo familiare per la morte provocata dall’ HIV/AIDS di uno o entrambi i genitori.
Si tratta di minori spesso espropriati dei propri diritti, ad elevato rischio sanitario e di abbandono, di comportamenti antisociali con conseguenti problemi di carattere sociale.

Il governo del Kenya, in concomitanza con significativi mutamenti politici nazionali, nel 2001 ha approvato una nuova legge sui minori, il Kenya Children Act, in accordo con la Convenzione di New York sui Diritti dell’Infanzia del 1989.
Il governo si assume la responsabilità di assicurare la sopravvivenza, la custodia e lo sviluppo dei bambini in difficoltà attraverso strutture pubbliche designate alla loro cura ma a livello programmatico ed operativo, data la scarsità di risorse, gli interventi si sono concentrati prevalentemente nelle zone urbane (Children Act, sezione 4).

Il Kenya Children Act, alla sezione 119, sancisce che un bambino ha bisogno di “cure e tutela” quando è stato abbandonato, non ha genitore o tutore, si trova in situazione di vagabondaggio, chiede l’elemosina, faccia uso di droghe.

I diritti di tutti i bambini vengono così riconosciuti dalla nuova legge: il diritto alla vita, alla non discriminazione, all’accudimento, all’educazione, alla salute.

Il Children Act prevede l’affidamento familiare dei minori con bisogno di “cura e tutela” e, al capitolo IX, regolamenta questa pratica.
La legislazione del Kenya mira ad assicurare al minore la reintegrazione nella comunità locale e favorisce l’inserimento in un contesti familiare sostitutivo. Tutto ciò in linea con la tradizione dei gruppi etnici del paese dove i minori non appartengono alla coppia genitoriale ma sono parte di un sistema familiare allargato che include parenti, nonni, figli, nipoti, cugini.
Soprattutto le nonne sono attualmente la risorsa domestica primaria nell’accudimento dei minori bisognosi di cura e tutela.
Nella pratica dunque, il sistema tradizionale della “circolazione dei bambini”, un affido familiare de facto, è una forma di soccorso sentito e presente nel sistema societario del Kenya. Il presente progetto cerca di tutelare le specificità culturali della popolazione borana, evitando di imporre un modello estraneo alla cultura locale. In particolare, il progetto s’ispira al genere di vita tradizionale Borana che si conduce ancora oggi nel villaggio nomadico, denominato Yaa, ove i bambini, selezionati dai vari clan quali futuri candidati alla classe dirigente del sistema Gada dei Borana, vivono insieme affidati agli anziani quali tutors, imparando così la storia, gli usi e i costumi tradizionali. (vedi Marco Bassi)

Soprattutto nelle aree remote ed isolate come quella di Sololo è ancora molto sentito e rispettato il costume tradizionale secondo il quale la famiglia del defunto viene presa in carico dalla famiglia del fratello vivente. In mancanza è la nonna a farsi carico dei nipoti.
Questo modello garantisce una piena tutela degli orfani. Purtroppo, in un contesto di estrema povertà, quale quello di Sololo, questo sistema tradizionale di soccorso nei confronti degli orfani è destinato a non riuscire a fare fronte al numero esponenzialmente crescente degli stessi che è prevedibile avvenga ancora per i prossimi anni.
Il modello della famiglia tradizionale, inoltre, negli ultimi decenni ha subito anche una trasformazione a causa dell’impatto con la modernità di stampo occidentale.
Oltre ai mutamenti di carattere socio-economico è stata intaccata la stabilità dei valori e messi in discussione i modelli tradizionali. La tradizionale famiglia estesa e poligama sta lasciando il posto al concetto di famiglia nucleare, monogama e monoparentale un tempo completamente estranea alla cultura africana.
Nel clan i legami sono sempre meno forti e questo conflitto culturale tra presente e passato influisce negativamente rendendo problematiche le accoglienze dei minori, i soggetti più minacciati da questi mutamenti e squilibri.

Gli interventi legislativi e le azioni degli uffici governativi responsabili delle politiche minorili, già frammentarie e incostanti nell’intero paese, nell’area di Sololo sono pressoché inesistenti.
Per dare una risposta al problema dei minori orfani le Autorità locali e distrettuali rappresentati dagli Anziani e dagli amministratori governativi, hanno sottolineato la necessità di un intervento che escluda soluzioni di tipo istituzionale più o meno standardizzate che risultano lontane dalla tradizione di vita Borana.

Le politiche di intervento del Governo keniota prevedono il coinvolgimento di altri soggetti, come ONG, la comunità locale, ecc. nel facilitare la ricerca e l’applicazione di soluzioni per minori bisognosi di protezione e cura.
E’ all’interno ed in collaborazione con tale quadro istituzionale pubblico che si inserisce il presente progetto che rispetta il regolamento governativo emanato nel 2005 e denominato: The Children (Charitable Children’s Institution’s) Regulations.

3.4 Problemi da risolvere

Durante la fase di identificazione dei bisogni, gli incontri con i membri del CIPAD e con i rappresentanti delle associazioni locali di donne e giovani hanno messo in evidenza le seguenti problematiche che si vuole contribuire a risolvere:

• Mancanza di cura e abbandono dei bambini orfani di HIV/AIDS, alcuni dei quali
sieropositivi.

• Carenza di personale qualificato da impiegare nel Villaggio-Quartiere a tutela dei minori bisognosi di cura e protezione;

• Mancanza di supporto psicologico e sanitario per i bambini orfani dell’HIV/AIDS, alcuni dei quali sieropositivi;

Le conseguenze di tali problematiche sono particolarmente rilevanti sul piano personale di ogni singolo bambino e su quello sociale: ad una crescita umana non attuata nei suoi fattori principali fa riscontro un indebolimento e un deterioramento dei rapporti umani e sociali del bambino sia nei confronti dei coetanei che degli adulti. A questo consegue il diffondersi di situazioni di emarginazione che spesso sono all’origine di azioni violente ad opera di bambini e adolescenti.

Il presente progetto non ha comunque l’ambizione di risolvere tutti i problemi evidenziati durante la fase di identificazione dei bisogni (diffusione virus HIV/AIDS, le attuali condizioni economiche di molte famiglie risedenti a Sololo, ecc.) ma, attraverso l’accoglienza/consulenza degli orfani e le attività di formazione/sensibilizzazione alle “mamme” e alle “zie” che si prenderanno cura dei bambini si potrà effettivamente rispondere ad alcune delle priorità individuate.

3.5 Beneficiari, Controparte ed altri attori

A) Beneficiari

I minori accolti nel Villaggio-Quartiere saranno al termine del progetto non meno di 200, ma il numero può variare per eccesso dato l’incremento, registrato negli ultimi tre anni, della mortalità a causa di HIV/AIDS a Sololo.
Il primo e il secondo anno di intervento verranno accolti rispettivamente 50 minori.
Il terzo anno di intervento verranno accolti 100 minori.
I minori saranno divisi in gruppi omogenei per età, sesso e problemi individuali.

I bambini beneficiari saranno individuati da parte dalla controparte CIPAD in accordo con il “Padre del Villaggio”.

I criteri di selezione, così come sono stati concordati con la controparte locale, sono:

• il minore deve essere orfano, di uno o entrambi i genitori, e il suo status deve essere avvallato da una dichiarazione dell’anziano del villaggio;

• sarà data priorità ai bambini orfani di genitori deceduti per cause legate all’HIV/AIDS;

• il bambino deve avere un’età compresa tra i 4 e i 15 anni e deve provenire dalla città di Sololo/Obbu Division/Moyale District;

• se il bambino è affidato ad un parente o altro referente, quest’ultimo deve essere
- povero
- disoccupato
- senza fonte di reddito
- senza supporto dalla famiglia allargata;

• il bambino deve manifestare la volontà di vivere all’interno del “Villaggio-Quartiere”;

• il bambino deve essere provvisto di una cartella medica;

• se frequentante la scuola, deve essere provvisto di un report redatto da un insegnante sulla sua performance scolastica;

• se non frequentante la scuola, deve essere provvisto di un simile report redatto dall’anziano del villaggio.

A beneficiare dell’intervento, nell’arco del triennio, saranno anche gli operatori del “Villaggio-Quartiere”, personale esclusivamente locale:

- un “Padre del villaggio” , responsabile dell’organizzazione, gestione e supervisione del villaggio;
- uno “Zio del villaggio” , coadiutore del padre del villaggio;
- venti “Mamme del villaggio”, ognuna responsabile della gestione dell’unità-familiare-tradizionale a lei affidata;
- venti “Zie del villaggio” , coadiutrici delle mamme del villaggio;
- ventuno addetti alla manutenzione e alla sicurezza del villaggio;
- venti pastori, ai quali verranno affidate le mandrie del villaggio.

Gli operatori del Villaggio-Quartiere saranno individuati dalla controparte CIPAD, in accordo con il “Padre del villaggio” e nel rispetto del regolamento governativo emanato nel 2005 e denominato: The Children (Charitable Children’s Institution’s) Regulations.

I criteri di selezione delle “Mamme” e delle “Zie”, così come sono stati concordati con la controparte locale, sono:

• sesso femminile;
• età compresa tra i 40 e i 60 anni;
• etnia Borana;
• proveniente da Sololo Ramata;
• membro registrato di un “Gruppo di Donne” che opera all’interno dell’area;
• disoccupata, senza fonte di reddito alcuno o supporto economico da parte della famiglia estesa;
• preferenza verrà accordata alle vedove o alle donne divorziate;
• saldi principi morali;
• buone capacità di relazionarsi con i bambini;
• fisicamente idonea al lavoro;
• disponibile a vivere nel Villaggio-Quartiere

I criteri di selezione degli addetti alla manutenzione e dei pastori, così come sono stati concordati con la controparte locale, sono:

• sesso maschile;
• età compresa tra i 25 e i 40 anni;
• etnia Borana;
• saldi principi morali
• membro registrato di un “Gruppo di Giovani” che opera all’interno dell’area;
• psicologicamente e fisicamente idoneo;
• disoccupato, senza fonte di reddito alcuno o supporto economico da parte della famiglia estesa;
• due membri della comunità quali garanti;
• preferenza verrà accordata ai coniugi delle “Mamme” e delle “Zie”.

Beneficiari indiretti del progetto sono i gruppi associativi locali di donne e giovani, regolarmente costituiti e registrati in conformità alle leggi nazionali presso il Ministero della Cultura e che dalla seconda metà degli anni ’80 svolgono attività di interesse sociale collettivo nel Dipartimento di Moyale – Divisioni: Obbu e Uran che costituiscono l’area di Sololo. Attualmente sono regolarmente registrate 21 associazioni. Gli operatori del Villaggio-Quartiere saranno selezionati fra gli iscritti a questi gruppi.

La scuola locale sarà beneficiaria indiretta grazie alle rette garantite dalla popolazione scolastica proveniente dal nuovo villaggio.

La struttura sanitaria locale, l’ospedale di Sololo ed i dispensari governativi, beneficeranno delle convenzioni stipulate per le cure mediche dei bambini abitanti del nuovo villaggio.

Il progetto offre, inoltre,nuove opportunità di lavoro per la popolazione locale nella fase di costruzione del nuovo villaggio.

E’ da considerare inoltre che si avrà il beneficio collettivo di alleviare la comunità dal sostentamento degli orfani e di potere usufruire di ciò che il villaggio sarà in grado di produrre per raggiungere il proprio autosostentamento.

B) Controparte

La controparte del presente del presente progetto è la ONG keniana (CBO) denominata CIPAD (Cultural Information Pastoralist Development).

Indirizzo: P.O. Box Sololo
Direzione: Galma Dabasso, Senior Chief di Sololo

Si tratta di una Communit Based Organization (CBO) costituita il 15 dicembre 2003 dal Sindaco Senior Chief Galma Dabasso e dagli Anziani leaders della comunità di Sololo.
Essa rappresenta l’ideale co-esecutore delle attività previste dal progetto in quanto fortemente radicata nel territorio di Sololo. La presenza degli Anziani, in particolare, assicura la conformità dell’intervento agli usi e tradizioni Borana, requisito indispensabile per l’efficacia e la sostenibilità del progetto.

Le responsabilità e gli obblighi della controparte, come d’accordo sottoscritto il 07-05-2005 con il CCM, sempre nel rispetto del regolamento governativo emanato nel 2005 e denominato: The Children (Charitable Children’s Institution’s) Regulations, sono:

• partecipare al processo di selezione dei minori beneficiari accolti nel Villaggio-Quartiere, secondo i criteri già esposti;

• formalizzare gli accordi gestionali con i vari gruppi di donne e giovani presenti sul territorio, all’interno dei quali verranno selezionate le” mamme”, le “zie” e gli altri operatori;

• partecipare al processo di selezione del personale locale del Villaggio-Quartiere secondo i criteri già esposti;

• monitorare l’andamento delle attività e segnalarne eventuali anomalie nella conduzione al “Padre del villaggio” e al Capo Progetto;

Il passaggio di consegne a fine progetto prevede che i servizi offerti verranno presi in carico dalla controparte, come previsto nell’accordo sopra citato e riportato in allegato. Il passaggio di consegne sarà fatto secondo le modalità e i tempi adatti a salvaguardare i fini sociali ed educativi dell’intervento.

Enti coinvolti

Oltre alle autorità, statali e distrettuali, indicate nel punto 2.1, saranno coinvolti Gruppi “Donne” e “Giovani” presenti sul territorio di Moyale e regolarmente registrate presso il Ministero della Cultura del Governo del Kenya.
Si tratta di 21 associazioni che dalla seconda metà degli anni ’80 sono presenti sul territorio. Alcune si occupano di attività sociali inerenti l’ambito educativo, della formazione giovanile, l’affermazione dei diritti dell’infanzia, la promozione culturale; altre operano nel campo dell’allevamento e commercio del bestiame, agricoltura, fabbricazione mattoni tradizionali.

All’interno dei gruppi di donne e giovani saranno selezionati le “mamme”, le”zie” e gli altri operatori del Villaggio. Sarà il CIPAD a formalizzare gli accordi gestionali con i vari gruppi; il CCM garantirà la collaborazione nella stesura dei suddetti accordi.

La struttura sanitaria locale, l’ospedale di Sololo e i dispensari governativi dell’area, saranno coinvolti in quanto cureranno e/o ospiteranno secondo i bisogni i bambini che necessitano di attenzioni mediche e quelli risultati positivi allo screening sull’HIV/AIDS.

3.6 Documentazione: metodologie di analisi e base conoscitiva

I problemi vissuti dai minori e le possibili soluzioni sono stati messi in luce e presentati con richiesta di intervento al dott. Bollini, cooperante CCM, presente a Sololo in qualità di Responsabile Progetti, dal Sindaco Galma Dabasso (Senior Chief), dagli oltre cinquanta membri che compongono l’Assemblea degli Anziani (Elders) di Sololo e da rappresentanti di Gruppi di Donne e Giovani presenti sul territorio di Moyale.
Successivamente, sono stati ulteriormente approfonditi mediante numerosi incontri con il personale delle associazioni presenti sul territorio attive nel settore e con l’Assemblea degli Anziani.

Amina Ibrahim, collaboratrice CCM in qualità di Country Liaison Officer Kenya-Somalia, ha condotto una missione a Sololo per delineare, in accordo con la controparte locale, delle Procedure Operative Standard (SOPs) per l’attuazione del progetto.

La disponibilità di dati statistici sulla quantificazione reale degli orfani a Sololo è scarsa.
Attualmente il CIPAD, controparte del progetto, sta organizzando un sistema strutturato e sistematico per la rilevazione del numero di orfani.

Per la redazione del presente progetto si sono analizzati i seguenti studi e ricerche disponibili sull’argomento:

- Marco Bassi, I Borana una società assembleare -1996-
- ActionAid International, Amref Italia, Chi fa da sé: non fa per tre. Valutazione del coordinamento e armonizzazione dei donatori per la risposta all’HIV e AIDS in Kenya, 2005
- Isack, Hussein Adan, Kenya's People: Peoples of the North—Boran, Evans Brothers (Kenya) Ltd, Nairobi, Kenya, 1986 - Baxter, P.T.W., Social Organization of The Boran of North Kenya, Lincoln College, Oxford, U.K.,1954.
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