io, piazzista di povertà ...

Felice di essere ancora una volta con Voi; sono grato al Prof. Ildebrando Ferrario, ideatore e realizzatore di questo incontro; al Presidente; a Voi tutti per avermi invitato e accolto in questa fraterna e calorosa serata, per molti aspetti indimenticabile.

Io sono un piazzista di povertà ed i Borana di Sololo sono i miei attuali datori di lavoro.

So bene come questa sia una "merce" difficile da piazzare e come in pochi siano disposti a comprarla e quanta sia la concorrenza sul mercato. Ecco perchè ora cercherò di convincervi del perchè quella che tratto io è "merce pregiata e da preferisrsi".

Se ci si riferisce a due soglie, quella della sopravvivenza e quella della povertà, si può dividere l’Africa, dal punto di vista dell’aiuto umanitario, in tre grandi categorie accorgendoci che:
Nel primo gruppo (gente che sopravvive sulla linea della sopravvivenza) i soli aiuti possibili per via dei contesti (in genere di guerra) sono semplicemente dei pagliativi a sostegno e non certo possono essere finalizzati allo sviluppo.
Nel terzo gruppo, che è quello abituale ove la gente vive intorno alla linea della povertà, sono possibili gli aiuti che mirano a dare loro uno sviluppo.
Nel secondo gruppo, quello intermedio ove la gente sale e scende tra la linea della sopravvivenza e quella della povertà, è certamente più difficoltoso agire a fini di sviluppo, trovandoci frequentemente a dovere provvedere ai pagliativi di sostegno.

Attenzione, più difficoltoso, non impossibile. L’obbiettivo diventa quello di portare questa gente dal secondo al terzo gruppo. Lo si può fare, con difficoltà, ma lo si può fare. Specie a Sololo: dove la popalazione è partecipe al tentativo, ove il governo appoggia; ove il numero limitato di persone ed il loro isolamento lo consente ancora con costi relativamente contenuti; ove …

Ecco perchè il mio suggerimento, da piazzista di povertà, diventa:

- non investite nel primo gruppo, anche se questa è la gente più bisognosa, ci sono già i governi a farlo ed il contesto stesso non consente di andare oltre al livello minimo di sostegno fine a se stesso;

- potete investire nel terzo gruppo ove si trova, credo, il 90% dell'Africa. Questo è un investimento sicuro che favorisce la crescita di chi ne beneficia. E' certo un investimento forse a basso reddito e che non modificherà il volto globale dell'Africa; ma sicuramente ne beneficerà la comunità targhet del vostro investimento

- io caldeggio tuttavia l'investimento nel secondo gruppo; Sololo ne è prototipo. Qui la gente balla costantemente tra la soglia di sopravvivenza e quella della povertà.

Questo è certo un investimento ad alto rischio poichè potrebbe, per necessità imprevista e contingente, essere destinato a interventi di emergenza.

Ma se va bene, ossia se il contesto ambientale rimane favorevole, e si riesce a destinare gli aiuti ad interventi di sviluppo, la resa non può che risultare enorme poichè significherebbe spostare questa popolazione nel terzo gruppo, cancellando le occasioni di morte dei momenti che la fanno precipitare a livello di sopravvivenza.

Questo è quanto tentiamo di fare con la nostra presenza a Sololo:

- Interventi a sostegno, durante l'emergenze per trattenere più persone possibili sopra alla soglia di sopravvivenza e

- Interventi finalizzati allo sviluppo per spingere e trattenere più persone possibili almeno sulla soglia della povertà

Tra questo ultimo genere di interventi s'inserisce anche questo nostro ultimo tentativo in corso: quello di cercare di prevenire il fenomeno, ora alle porte anche a Sololo, dei "ragazzi di strada" provando a dare un tetto ed una accoglienza agli orfani, correlati all'esponenziale crescita delle morti per AIDS.