ITALIA 28/6/2006

ARMI LEGGERE: ITALIA SECONDO ESPORTATORE AL MONDO,

ANCHE IN ZONE DI CONFLITTO

Diritti Umani, Brief

Con 410 milioni di euro di armi vendute nel 2005, l’Italia è il secondo esportatore nel mondo di armi di piccolo calibro – fucili, pistole, mitra, munizioni ed esplosivi – dopo gli Stati Uniti.

Lo indica il Rapporto annuale curato dall’Istituto di ricerche internazionali ‘Archivio disarmo’, presentato a Roma in concomitanza con la Conferenza dell’Onu sul controllo del commercio di armi leggere a New York.

“Nel biennio 2004-2005 – ha detto Fabrizio Battistelli, segretario generale di Archivio disarmo ed esperto di armi, presentando il rapporto – le esportazioni italiane di ‘piccole’ armi sono aumentate del 22% rispetto al biennio precedente”, ma il dato più preoccupante emerso dal rapporto è che un quinto delle esportazioni siano dirette in aree teatro di guerre o di conflitti interni.

Tra queste, la Colombia – dove tra il 2001 e il 2005 le esportazioni tra il 2001 e il 2005 sono state un milione e 600.000 euro. Il Congo Brazzaville, invece, avrebbe acquistato dalle industrie italiane del settore oltre 6 milioni e 800.000 euro di armi, una cifra elevata per la piccola repubblica che – secondo il rapporto - probabilmente smercia le armi nelle vicine zone di conflitto. Analogo ruolo di intermediario nel traffico di armi parrebbe avere il piccolo stato di Singapore, che nello stesso periodo ha importato dall’Italia armi per oltre 5 milioni e mezzo di euro. “Le armi di piccolo calibro – ha aggiunto Battistelli – sono oggi le vere armi di distruzione di massa e la conferenza dell’Onu a New York ci dice che è arrivato il momento di esercitare un controllo su di esse”.
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