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        L'ìintervista  | 
    14 
        marzo 2001  | 
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|   INTERVISTA A PINO BOLLINI  | 
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|   Il 
        dottor Giuseppe Bollini è tornato in Kenya a 
        Sololo venerdì 26 gennaio scorso. Ci siamo tenuti in contatto 
        con lui tramite e-mail, un telefono satellitare e gli amici di Pino che 
        si alternano al suo fianco in Africa. Proprio grazie a loro siamo riusciti 
        a inviargli qualche domanda a cui Pino ha risposto 
        con la chiarezza e la spontaneità che lo contraddistinguono. La moglie 
        - che raggiungerà il marito ad Aprile - ci ha poi fatto pervenire le risposte 
        all'intervista che proponiamo. Pino e i suoi collaboratori hanno anche 
        chiesto di ringraziare a loro nome tutti coloro 
        che li sostengono nella missione e hanno versato un contributo per poter 
        far fronte all'emergenza siccità che devono affrontare. Perché la vostra presenza a Sololo? Abbiamo 
        un sogno ambizioso: realizzare un SSI, ossia 
        un Sistema Sanitario Integrato. In altre parole, integrare l'Ospedale 
        con il Territorio. Realizzato, questo sistema, dovrà essere in grado di 
        autosostenersi; anche nei finanziamenti.   
         Pino Bollini, in centro, col camice verde, con alcuni dei suoi 
        collaboratori Quali 
        sono i primi progetti? La 
        drammaticità della situazione, creatasi a seguito della protratta siccità 
        che oggi è la causa prevalente di ogni problema, 
        ha reso l'obiettivo prioritario di questa gente il riuscire, giorno per 
        giorno, almeno a sopravvivere. Per dar loro tutto ciò che ci 
        è possibile, abbiamo operativamente separato l'ospedale - il momento 
        curativo - dal territorio, ove dovrebbe realizzarsi il momento preventivo. 
        Io mi dedico al lavoro sul territorio.  Sanità 
        sul territorio, cosa significa? In 
        teoria, nulla di diverso dal modello italiano delle ASL:Aziende 
        Sanitarie Locali. In pratica, qui siamo nella preistoria della medicina. 
        Addirittura non c'è l'acqua. Non credo vi sia molto da spiegare. Occorre, 
        per prima cosa, procurare acqua in qualunque modo ed a qualunque costo. 
        La Vita non può avere un prezzo.   
         Perché manca l'acqua? Politica innanzitutto: mantenere questa regione in una perenne 
        condizione di destabilizzazione, per soddisfare altri interessi di Stato. Ma anche ecologia: 
        sono stati alterati gli equilibri naturali del pianeta. Poi sfiducia: 
        non si ritiene questa gente in grado di gestirsi. Resta sempre il fatto 
        che chi subisce il risultato degli egoismi degli altri e sempre l'ultimo, 
        che di regola non sa, non capisce ed accetta gli eventi come ineluttabili 
        e se anche volesse protestare, non ha la forza 
        e non sa con chi deve prendersela. Noi tentiamo di dare solidarietà a 
        questo ultimo che natura vuole sia nato qui. 
         Da 
        quando non piove? Oramai 
        stiamo quasi a quattro anni consecutivi. Un tempo esistevano 
        due stagioni di pioggia in un anno. Oggi è divenuto tutto imprevedibile. 
        Quattro anni fa vi fu un disastro con il "Ninio" 
        che allagò distruggendo animali e cose. Da allora, la siccità. Se pioverà 
        il mese prossimo, non possiamo prevedere ne quanto 
        ne quando finirà.  Acqua 
        per vivere senza sapere quando e quanta ne verrà? Esattamente. 
        Così ci sono due sole strade possibili. Potenziare, 
        costruire ed inventare sistemi per raccogliere l'acqua piovana; ossia 
        generare più scorte possibili. E qui è 
        già stato fatto di tutto. Dai contenitori in cemento a quelli in plastica; 
        dai bacini artificiali negli avvallamenti naturali del terreno al costruire 
        sorte di dighe lungo i pendii... di tutto e ci sono ancora ulteriori 
        progetti che si potrebbero sviluppare. Purtroppo ognuno di questi sistemi 
        si dimostra inefficace di fronte al protrarsi della siccità. Se 
        si saltava una delle due stagioni, questi sistemi erano vitali per poter 
        arrivare alla seconda stagione delle piogge. Davanti a quattro anni di 
        siccità., queste opere si sono presto prosciugate 
        e deteriorate dal non uso.   
         La 
        seconda strada? La 
        seconda strada è cercare acqua dai pozzi. Questa darebbe maggiori garanzie 
        ma risulta anche la più onerosa. Primo va cercato il posto ove 
        ci sia acqua, poi va trivellato il pozzo. Nel passato, a partire dagli 
        anni 50, furono trivellati numerosi pozzi ed oggi ne vediamo 
        attivi meno di una dozzina.  Perché?  In parte franati, in parte esauriti, in parte fatti saltare durante le aggressioni 
        subite per averne il possesso ... loro da soli non hanno i mezzi e neppure 
        sono in grado di garantirne una valida manutenzione.  Si 
        può pensare di ripristinarli? Certo, 
        è quello che vorremmo fare. Ma è difficilissimo 
        riuscire a raccogliere dati certi. Abbiamo ascoltato 
        la gente, nella loro disperazione lavora molto la fantasia ed il 
        sogno. Gli anziani, con la loro memoria storica, sono importanti ma anche 
        qui vi sono racconti contraddittori infarciti da credenze ancestrali. 
        I dati governativi sono difficili da reperire 
        ed anche i loro archivi sono quello che sono. Mia figlia in Italia, tramite 
        internet, è riuscita a contattare una università 
        inglese che ha condotto studi in un'area limitrofa alla nostra. Stiamo 
        fornendo le coordinate di ogni vecchio pozzo 
        con la speranza che possa essere sufficiente ad aiutarci. Capisce che 
        trivellare fino anche a 180 metri per poi non trovare acqua, oltre ad 
        un grande spreco di risorse, è un lavoro veramente impegnativo.   
         Come 
        pensate di muovervi? Dato 
        che ai pozzi fino a 50 metri è possibile applicare una pompa a mano, agli 
        unici quattro esistenti abbiamo sostituito la pompa, il che ha consentito 
        una maggior resa e minori tempi di sosta per continue riparazioni. Riguardo 
        agli altri 7 pozzi esistenti e ben più profondi cerchiamo di garantire 
        la manutenzione alle pompe ed ai generatori. Vorremmo provare a piazzare 
        pompe azionate direttamente da pannelli solari che non richiedono batterie 
        ed invertitori di corrente. Esistono sul mercato, ma i costi e il non 
        conoscerne esattamente l'efficacia ci frena. 
        Sarebbe gradito il parere di chi se ne intende e magari averne una da 
        sperimentare in queste nostre estreme condizioni. Ci faccia pubblicità 
        e noi siamo disposti a fare da testimonial 
        a qualche ditta del settore che voglia sponsorizzarci!  Quanta 
        acqua a persona riescono a raccogliere? Solo 
        qui a Sololo, ove ci sono circa 10.000 persone e quasi niente 
        più bestiame, si raccolgono poco più di 3 (tre) litri d'acqua a testa 
        al giorno dopo Km di cammino ad ore anche notturne, di fila 
        alla pompa. Consideri che i testi di medicina indicano in 10 litri il 
        fabbisogno minimo per la vita domestica; 15-20 litri per la vita nelle 
        scuole e 40-50 litri, sempre a persona, per gli ospedali. Questo a Sololo, ma a 6 Km a Maculano e a 15 Km ad Amballo non mi risulta che ci siano 
        pozzi attivi ... Non so dirle di quanta acqua realmente dispongano ... 
        Da bere c'è il latte dei cammelli e l'acqua che riescono a prendere a 
        Sololo, togliendola ai tre litri a testa che statisticamente 
        ci risulta per la gente di Sololo.  Che 
        altro fate? Stiamo 
        piazzando circa 33 contenitori, con relativi basamenti in cemento e tettoie 
        per la raccolta di acqua piovana, in punti strategicamente 
        utili da fare riempire da una vecchia autocisterna che faccia la spola 
        con i pozzi. So che è poco. Come fare un buco "nell'acqua" ma 
        è quello che ci possiamo permettere con i fondi raccolti. Pensi che bisogna 
        far arrivare il materiale da Nairobi, circa 800 Km di distanza, ed un 
        solo viaggio di un camion, su queste piste, costa oltre due milioni di 
        lire italiane. La gente aiuta come può: raccoglie i sassi per i basamenti 
        dei contenitori, paga uno o due cillini (30 
        o 60 lire) ogni 20 litri di acqua, ... e muore. 
        Pensi se dovesse scoppiare una epidemia di diarrea!!! Come potremmo 
        reidratarli? Nei pozzi esistenti si abbeverano anche le bestie domestiche: 
        capre, vacche e cammelli ma anche le bestie selvatiche. Le scimmie e i 
        babbuini, siedono in gruppi sotto gli alberi attorno ed aspettano il loro 
        momento opportuno ... Non è facile combatterli 
        in branco. Mordono ed il pericolo reale è la rabbia, oltre al fatto che 
        inquinano l'acqua con le loro urine.  Chi 
        vi aiuta? Oggi 
        solo la generosità della gente che è stata informata dalla stampa locale, 
        come da voi, come da Merate Auto, ... Avremmo 
        bisogno di molto di più, anche se quanto ci è 
        stato dato è già oltre le nostre più rosee aspettative. Questo, paradossalmente 
        ci deprime.   
         Disperati 
        veramente!! Può 
        ben dirlo. Se mai riusciremo a superare il problema acqua, poi ce ne sono 
        altri che quotidianamente spremono l'adrenalina dai surreni... banditismo, 
        incursioni dall'Etiopia... Ne riparleremo alla 
        prossima occasione. Sì, lo ammettiamo, talvolta il nostro morale 
        cade; poi basta poco, una piccola notizia di un nuovo aiuto, la vostra 
        intervista ed ecco tornare la speranza... e la certezza che prima o poi 
        ce la faremo sicuramente.  Perché restare a Solo, se gli stessi aiuti 
        potrebbero rendere di più se investiti in altre zone con altri contesti 
        di bisogno? Legga 
        meno di 200 pagine del rapporto 2000, intitolato "Un 
        popolo dimenticato", redatto dalla Commissione per i Diritti Umani 
        del Kenya, costa solo 300 scellini (9.000 lire) e si renderà 
        conto del perché non possiamo abbandonarli e dimenticarli anche noi.   | 
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