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Si, lo ammetto: talvolta cerco di riflettere anch’io.

Perché non condivido la “pubblicità” inerente i Sostegni a Distanza (SaD) che, talvolta, sono improvvisamente costretto a subire guardando un programma televisivo?

Per diverse ragioni; che sono a mio esclusivo, e quindi imperfettissimo, parere:
- Quei generi di “pubblicità” non rispettano la dignità umana (mia e della vittima) mostrando la sofferenza solo con la crudeltà di certe immagini. Vere, ma che, disinserite da un loro preciso contesto, diventano ripugnanti ancor più di quanto non lo siano di per sé.
Ci ravviso in questo una sorta di falso ideologico. Oramai la gente le conosce quelle situazioni e ciò che va comunicato oggi non è il sottolineare la situazione in sé , bensì come questa incida sulla vittima. Far conoscere quale è il problema che di conseguenza vive la persona. Rendiamo informato e responsabile il potenziale donatore, mettendo al centro della sua attenzione la persona-vittima e non la ripugnante patologia con l’obbiettivo di raccogliere subito più soldi possibili. Ad andar bene così facendo, per quella persona-vittima ci sarà solo un momentaneo fuoco di paglia non certo risolutivo dei suoi problemi.
- Come spettatore, mi sento ricattato e colpito a tradimento poiché preso alla sprovvista, nel sentirmi dire che potrei risolvere il problema inviando pochi spiccioli, mentre non mi viene chiarito, per es., quanti di quegli spiccioli andrebbero a sostenere stipendi ed organizzazione di chi mi fa la proposta e paga per la “pubblicità” che mi presenta. Si è vero, io non mi fido aprioristicamente. Non generalizzo i singoli episodi negativi venuti allo scoperto; ma come fidarsi di chi opera nello stesso settore ed è conosciuto solo attraverso la sua “pubblicità”. Ci ravviso anche qui una sorta di falso ideologico con tentativo di raggiro.
- Perché io credo che il fine giustifica il mezzo solo se il mezzo non è in contraddizione con il fine stesso. Per esempio, non è concettualmente possibile portare la pace con le armi; sarebbe un imporla. Qualcuno dice che talvolta vada fatto; io ritengo mai. Pur se sostengo la legittima difesa, anche armata, insieme alla difesa, anche armata, delle regole di convivenza democraticamente scelte dalla maggioranza; … il che è tutt’altra cosa.
Quale alternativa a questa “pubblicità” ?
Quella che apparentemente è perdente oggi, ma che certo sarà vincente nel tempo: l’altruismo prima dell’egoismo; sia nei confronti del potenziale donatore che della vittima… farsi carico dell’altro: “I care” … Amare?!
- Rispetto della persona vittima e della persona potenziale donatore offrendo a quest’ultimo l‘opportunità di poter agire come risultato di una sua libera scelta convinta; dopo essere stato informato a riguardo di:
-- chi siamo e di cosa ci occupiamo, noi interlocutori invadenti (per dovere di stato) del suo privato, garantendogli poi ogni possibile forma di verifica, anche sul campo, di quanto affermiamo;
-- come la vittima subisca e sia costretta ad accettare la ripugnante situazione in cui è immersa. Oltre naturalmente informando di quale potrebbe essere la via di uscita se alla persona vittima fosse data la possibilità e fosse sostenuta in questo.

In altri termini, in alternativa a quel genere di “pubblicità” io cerco compagni di viaggio:
- appellandomi agli amici che ci conoscono affinché si facciano loro garanti, presso i loro amici che non ci conoscono, a riguardo della veridicità del nostro raccontare;
- raccontando la cronaca dei fatti, tenendola ben separata dalle nostre opinioni personali che comunque esprimiamo;
- presentare le nostre proposte e le soluzioni che tentiamo oggi di realizzare sul campo in codeterminazione e co-operazione con le stesse vittime;
- invitare chi ci ascolta ad aprire i propri occhi, orecchie, cuore e, cosa più importante, inserire il proprio cervello per valutare il tutto e trarne le proprie conclusioni alla luce delle quali poi sentirsi il dovere di agire tentando di esserne coerente.

Tutto questo un sogno? Può sembrarlo considerando che solo in pochi, e a fatica, leggeranno interamente questo scritto … Ma sono proprio loro quelli che vorrei incontrare!

Sempre occorre guardare alle stelle per conoscere la direzione; ma poi, per non essere solo dei sognatori, occorre essere concreti tenendo presente che sulle stelle non ci si può arrivare a piedi e per di più da soli.

Cerco compagni di viaggio per un lungo avventuroso cammino da vivere a soggetto fuori da ogni pre-costituito copione.

Io sogno compagni di viaggio convinti della positività che c’è nello scegliere di camminare tutti insieme al affianco di chi ci ricambia con ben altra moneta di quella freddamente materiale che troviamo nelle Banche.

Affiancarci e camminare insieme; fosse anche per il solo brevissimo tragitto del compiere il gesto di donare consapevoli l’equivalente di quei pochi spiccioli che certa “pubblicità” irriverente e violenta quasi pretende.


Credimi, è bello stare dalla parte degli ultimi …

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