L’operazione per disarmare i razziatori di bestiame sta fallendo
(PeaceReporter, 12/05/06)

Migliaia di poliziotti e soldati, mezzi blindati, unità speciali dei servizi segreti per una missione più che delicata: disarmare le “irrequiete” comunità di allevatori che vivono nel Kenya settentrionale. A più di una settimana dall’inizio della campagna, i numeri parlano chiaro: 20 mila persone costrette a fuggire, con il bestiame, nei Paesi limitrofi, e almeno 68 mila a rischio di carestia. Il tutto per recuperare…18 pistole, sulle 50 mila previste.- Almeno per il momento, l’ennesima operazione lanciata per disarmare i razziatori di bestiame che vivono al confine con Somalia, Etiopia, Sudan e Uganda, è fallita. Le comunità interessate, che si dedicano sia all’allevamento che ai raid armati per sottrarre capi di bestiame alle tribù oltre confine, possono dormire sonni tranquilli. Ogni anno la “guerra del bestiame” provoca centinaia di vittime, senza che le autorità riescano a venire a capo del problema. L’anno scorso fu tentata la carta dell’amnistia per chi avesse consegnato volontariamente le armi. Visti gli scarsi risultati, stavolta a Nairobi si è deciso di puntare sul pugno di ferro, disarmando a forza le comunità. L’impresa si sta però rivelando più difficile del previsto: buona parte degli uomini abili sono fuggiti nei Paesi circostanti con il bestiame, lasciando indietro vecchi, donne e bambini.

(PeaceReporter, 12/05/06)

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